"Le scelte alimentari che compiamo possono avere degli effetti a volte insostenibili.
La fettina di carne comprata al supermercato sotto casa ha spesso una storia lunghissima da “raccontare”: ad esempio è molto probabile che il mangime usato nell’allevamento intensivo da cui proviene contenga soiacoltivata su un terreno deforestato dall’altro lato del mondo.
Un bicchiere di latte o una braciola potrebbero raccontare quanto gas serra o quanto inquinamento atmosferico sono legati alla loro produzione.
Non tutti sanno che, ad esempio, gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di formazione di polveri sottili in Italia, più del trasporto leggero e dell’industria, e che il settore zootecnico contribuisce alla produzione di gas climalteranti quanto l’intero settore dei trasporti"
Grenpeace, novembre 2019
Ancora una volta, Greenpeace Italia, dopo la denuncia, offre un proprio autorevole contributo all'informazione ed all'azione.
Si tratta in questo caso di un semplice ma efficace decalogo, il nuovo Eco Menù
In effetti, anche imparare solo l'abc delle etichette degli alimenti che acquistiamo per farsi quantomeno un'idea della loro sostenibilità e sottrarsi alle apparenti lusinghe di certo marketing contribuisce gradualmente a riorientare i nostre scelte verso consumi che impattano meno sull'ambiente e sulla società.
Così, luce sempre più verde a verdure, frutta e proteine vegetali di frutta secca, legumi e cereali, purchè biologiche, locali e di stagione e semaforo arancione/rosso ai prodotti di origine animale: meglio pochi, buoni e genuini e tendenzialmente sempre bio. Tutti comunque da acquistare con il minimo imballaggio possibile, evitando per quanto possibile le plastiche, e le sirene del sottocosto.
Del resto, non è ragionevole pensare che "Se sta meglio Gaia, stiamo meglio anche noi"?